Ghostwriting

"Rivelare l’arte e celare l’artista, questo è lo scopo dell’arte"

Oscar Wilde, Prefazione al ritratto di Dorian Gray

Essere un ghostwriter significa essere l’ombra di qualcuno, ovvero scrivere al posto di un altro.
Quando in libreria acquistate la biografia di un personaggio famoso, nella grande maggioranza dei casi potete dare per assodato che quelle pagine siano state riempite da uno scrittore fantasma, il cui nome spesso neppure compare in copertina, magari neanche nell’ultima e minuscola colonna dei ringraziamenti. Ma è la regola del gioco di un’arte unica, ovvero quella di riuscire a dar voce a un altro che non ha tutti gli strumenti oppure il tempo per scrivere un libro, ma che ha una storia da raccontare e un volto che fa da richiamo. Non significa esclusivamente intervistare un personaggio e trasferire i suoi pensieri in un testo, vuol dire invece riuscire a conoscerlo davvero, a coglierne le sfumature e l’espressività, in modo che il filo del racconto non sia solo pulito e coerente, ma dia l’impressione che sia stato costruito con il suo stile. Le modalità di approccio possono essere diverse: chi commissiona un lavoro a un ghostwriter può aver realizzato uno scritto da aggiustare, oppure aver raccolto degli appunti, oppure – ed è il caso più frequente – avere solo in mente l’idea da sviluppare e da trasferire a voce a chi le darà forma finale.
Un lavoro si potrà dire ben fatto se il protagonista, al momento della rilettura della bozza prima della stampa, si ritroverà completamente in quelle pagine, come se le avesse stese di suo pugno.